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Città: Catania
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BiografiaFrancesco Zappalà è nato a Catania nel 1960. Ha iniziato lo studio professionale del pianoforte all’età di 18 anni diplomandosi, sotto la guida di Agatella Catania, nel 1983 presso l’Istituto Musicale Pareggiato “V. Bellini” di Catania conseguendo il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Affermatosi in importanti competizioni pianistiche nazionali ed internazionali (vincitore assoluto alla Coppa Pianisti d’Italia di Osimo nel 1981 e 1983, al “Città di Catanzaro” nel 1981, al “Premio Ernesto Coop” di Messina nel 1982, al “Premio Rendano” di Roma nel 1982) ha, in seguito, colto due importanti riconoscimenti: il 1° Premio assoluto al Concorso “A. Speranza” di Taranto nel 1984 ed il 3° Premio al Concorso Internazionale “A. Casella” della RAI di Napoli nel 1989. Dopo aver seguito vari master di perfezionamento tenuti da NUNZIO MONTANARI, MICHELE CAMPANELLA e JÖRG DEMUS, ha successivamente frequentato, dal 1991 al 1994, l’Accademia Internazionale Mügi di Roma perfezionandosi sotto la guida di ALDO CICCOLINI. Nel 1994 è stato invitato dal Teatro Bellini di Catania ad eseguire alcune significative opere pianistiche di Francesco Pollini (1762 – 1846) nell’ambito del Festival Belliniano. Nel 1995 ha più volte affrontato l’esecuzione integrale dei 4 Quartetti con pianoforte di L. van Beethoven. Ha inoltre registrato musiche di Beethoven, Schubert e Rachmaninoff per la RAI. Nel 2001 ha registrato per la CD CLASSICA un compact disc con musiche di Jean Philippe Rameau. Nell’Aprile del 2002, presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, ha suonato il pianoforte Bösendorfer 250 del 1881 appartenuto a Franz Liszt eseguendo i Tre Sonetti del Petrarca e le Due Légendes. Sempre nel 2002, invitato dall’Orchestra Sinfonica di fiati della Provincia Regionale di Catania, è stato il solista della Rhapsody in blue di Gershwin in una rarissima strumentazione di Ferde Grofé basata sulle versioni di Whiteman per “Jazz band” (1924) e per “Theater orchestra” (1926). Nel Maggio del 2004 si è esibito in Romania, nell’ambito della stagione 2003-2004 della Filarmonica di Bacau, eseguendo in due serate consecutive un recital solistico con le Variazioni Wienen-Klagen e i 12 Etudes d’Esecution Trascendante di Liszt ed il 2° Concerto op.83 di Johannes Brahms. Ha debuttato con successo nell’Agosto 2006 al II Festival del Val di Noto “Magie Barocche” nella doppia veste di esecutore e trascrittore, in duo pianistico con Maria Pia Tricoli, presentando, in prima assoluta, alcune proprie trascrizioni per due pianoforti: il 6° Concerto Brandeburghese BWV 1051 e la Toccata e Fuga in re minore per organo BWV 565 di Bach. Nel 2007, su invito del M° Piero Rattalino, allora direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania, ha eseguito il ciclo dei 12 Etudes d’Esecution Trascendante di Liszt, impresa concertistica che a Catania era stata compiuta solo da Michele Campanella nel 1987. Docente di Pianoforte Principale dal 1983 presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “V. Bellini” di Catania, è membro di giuria di importanti concorsi pianistici nazionali ed ha tenuto negli ultimi anni alcuni seminari a tema su “L’interpretazione Pianistica”, “ La Tecnica della Sonorità” e, nel 2000, su “Chopin e la sonorità d’avanguardia”. Nel 2004 ha svolto un laboratorio-seminario, presso l’Istituto “V. Bellini”, sulla Pratica Pianistica e gli Studi d’Esecuzione Trascendentale di Liszt. Nel 2009, in occasione dei Vent’anni dalla morte di Vladimir Horowitz, ha dato vita ad un progetto concertistico dal titolo “Suonare il Mito” culminante in un recital, nel cui programma figurano alcune celebri trascrizioni del grande pianista russo, come i Quadri d’una Esposizione di M. Mussorgsky, alcuni pezzi originali di Horowitz e la versione del 1979 della Sonata n°2 op.36 di Sergei Rachmaninov. Nel 2010, anno del bicentenario della nascita di Chopin (1810-1847), proporrà un recital incentrato sull’esecuzione integrale dei 24 Studi (op.10 e op.25) unitamente alle Mazurche op.68 e op.59.Nel 2011 è stato impegnato in un progetto concertistico multimediale consistente nell’esecuzione integrale delle Harmonies Poétiques et Religieuses di Franz Liszt che ha avuto il suo epilogo presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, in collaborazione con L’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini”. La sua costante attività concertistica negli ultimi anni ha sempre più l’intento di proporre al pubblico – e soprattutto ai giovani - un repertorio di particolare interesse musicale, pianisticamente accattivante, con un filo conduttore all’interno di ogni recital … “un’idea di fondo, un percorso programmatico, magari invisibile, che inchiodi tanto l’interprete quanto l’ascoltatore durante tutto l’arco dell’esecuzione attraverso le tensioni musicali e formali – prima – e le tensioni emotive ed intellettuali - dopo”.(F. Zappalà)
LA SICILIA
Mercoledì, 16 maggio 2001 pag.27
L’ESEMPLARE PIANISMO
DI ZAPPALA’
CATANIA – Francesco Zappalà - pianista catanese che già da diversi anni ascoltiamo – è certo amante delle monumentalità compositive e – più o meno conseguentemente – delle esecuzioni spaziose ed a vasto raggio. Come del resto ha di recente dimostrato ancora una volta, suonando – nell’auditorium di Via Sacro Cuore – per la stagione concertistica che fa capo all’Istituto Musicale “V. Bellini”. Infatti, dopo una prima parte di non indifferente portata sotto ogni aspetto – comprendendovisi le Variazioni in fa minore (Hob.XVI:6) di Franz Joseph Haydn e la tanto più nota Sonata in si minore di Franz Liszt -, eccolo alle prese con la monumentalità a cui sopra si accennava, considerato che Zappalà - tutt’altro che stressato dai gigantismi e trascendentalismi del maestro magiaro – è passato a cimentarsi con il terzo Franz dell’intrattenimento, precisamente con lo Schubert della Sonata in si bemolle maggiore D.960. E quindi con una pìece che alle mastodontiche proporzioni formali – spesso tipiche del musicista viennese, che però sapeva anche meravigliosamente restringersi sul versante di una liederistica per lo più stringata – accoppia un tastierismo dalle ampie volute e dal possente respiro creativo. Né tuttavia questa scelta di programma meraviglierà più di tanto per l’appunto, almeno se pensiamo – ricorrendo all’ausilio della memoria – che appena lo scorso anno – e sempre per i concerti dell’Istituto Musicale – lo stesso Zappalà aveva fatto fronte con la massima disinvoltura ad un’ampia operazione interpretativa condotta su Fréderic Chopin, traducendo sulle sonorità della tastiera – dunque nel caso così indicativa – le due serie degli Studi, ossia l’opus 10 e l’opus 25. Come non era rimasto in retrovia – ospitandolo pure lo stesso auditorium – quando concluse un programma dedicato a Beethoven con lo straripante dilagare della Hammerklaviersonate opus 106 D’altra parte, riconoscendo a Zappalà una tecnica formidabile – nonché capace assai di farne sprizzare i fuochi d’artificio di suggestive brillantezze timbriche -, non sapremmo non preferirlo nel dominio raggiunto lungo i vertiginosi versanti dell’inventiva lisztiana – magari a lui più congeniale -, laddove tenuta generale e capillarità dell’esposizione si equilibravano in un disegno dalle copiose colorazioni e dalle pertinenti dinamiche. Mentre in Haydn e soprattutto in Schubert sembrava più costruirsi una cifra stilistico-esecutiva personalizzata, pur non mancando comunque di disciplinarsi alle esigenze dei rispettivi orditi strutturali, in cui però le scelte agogiche e di dinamica perseguivano il fine dell’adeguamento ad un pianismo dalle sembianze ora meno tradizionalmente rivissute. Festeggiatissimo dai tanti presenti, Zappalà non si è tirato indietro in chiusura di programma concedendo per graditissimi bis un preludio di Rachmaninov – il n°7 dell’opus 23 – ed il Moto perpetuo di Carl Maria von Weber.
Niny Ganguzza
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